La “A” di questo alfabeto. Così comincia la mia storia di scrittrice…
Tutto parte nel lontano 2010; ai tempi lavoravo per un amministratore di condominio e, forse, un giorno scriverò di questo. Ho visto cose che voi umani…
Comunque, era evidente che una persona come me, portata per le materie letterarie, era fuori posto a fare la contabilità dei condomini; ma, ahimè, l’esigenza di lavorare batte la vocazione personale e sono rimasta lì per ben cinque anni e mezzo. Per evitare di perdere il senno (già, ai tempi, in terapia intensiva secondo me), ho: cominciato a scrivere un libro durante le pause pranzo e mi sono iscritta a un corso di scrittura creativa.
E lì ho imparato una cosa fondamentale: a leggere. Ma cosa dice questa matta? Io so leggere dalle elementari, leggo cinquanta libri l’anno, ecc… Immagino o, almeno spero, che la maggior parte di voi (non voglio sbilanciarmi con “tutti” perché so che non è così) faccia parte della categoria “lettori forti” e che tra le vostre passioni ci sia leggere oltre che scrivere. Tornando a me, io lo ero. Leggevo tanto ma leggevo male. Mi piaceva proprio leggere. In più un’adolescenza complessa (di cui vi evito i pallosi dettagli) mi ha portato a passare molto tempo da sola. Non mi soffermavo sulla struttura, sulla frasi, sulle figure retoriche, sulle tecniche che gli scrittori (quelli bravi) usavano e scommetto che anche per voi è così. Non fatevene un cruccio, penso sia così un po’ per tutti e non è una cosa che succede da un giorno all’altro. Bisogna leggere tanto e bene.
Dopo un po’ di tempo, il vostro modo di scrivere comincerà a migliorare tanto quanto migliorerà il vostro modo di leggere, vedrete! E sarete in grado di capirlo, vi salterà all’occhio, come si suol dire. Attingete dai grandi, non sarà un copiare ma farete vostro il meccanismo e lo adatterete al vostro stile.
Questo v’insegnerà una lezione ancora più importante: che, per quanto quello che avete pensato vi sembri il primo della sua specie, in realtà, come scriveva Eco ne “Il nome della rosa”, “siamo nani sulle spalle dei giganti”. E’ già stato tutto inventato, quello che potete fare voi è aggiungere il vostro tocco personale. E’ unico. Quello fa di voi il nano con qualcosa da raccontare. Per quanto mi riguarda, essendo io appassionata di cinema e di serie tv, vi dico che potreste trovare degli spunti creativi anche lì. Ho visto serie con un livello di scrittura veramente alto, ovviamente mi riferisco alle serie straniere. Mi spiace Italia, qualche tentativo lo hai fatto ma finché si continuerà a scrivere sempre le stesse cose non progrediremo mai in quel senso.
L’altro grande vantaggio che ho avuto è stato quello di far leggere i miei racconti e potermi confrontare con persone con la mia stessa passione; ho trovato critica ma anche un apprezzamento che non mi aspettavo per i miei scritti. E, da un punto di vista personale, due grandi amiche (che fanno ancora parte della mia vita) con cui ho sperimentato, tramite l’apertura di un blog, la scrittura di racconti brevi.
E ragazzi, chi bistratta chi scrive i racconti non ha capito niente. E’ una cosa complicatissima, è la descrizione di un momento (“una foto” se vi piacciono le metafore) che deve raccontarvi qualcosa senza una vera trama. Il racconto breve si svolge in troppo poco tempo per far evolvere in modo credibile uno o più personaggi, per cui dovrete “tenere l’indispensabile” e “imparare a tagliare”, due cose che vi saranno molto utili nella stesura del vostro libro. Io, per provare, tenterei anche qualcosa alla Quineau in “Esercizi di stile”, dove il nostro descrive la stessa scena più e più volte (una scena quotidiana su un tram, venti righe, non di più), partendo ogni volta da un dettaglio diverso e dando luce a particolari che vengono fuori in un una stesura e non in un’altra.
Detto questo, non dico che fare un corso di scrittura sia obbligatorio ma, secondo me, perdete un ottima possibilità per sperimentare.
E qui, noi sperimentiamo…
Prima di cominciare, voglio rassicurarvi. Nonostante le decine di manuali che vengono sfornati ogni anno dall’editoria moderna, scrivere un libro non è una scienza esatta, non esiste una formuletta magica che vi permetterà di essere pubblicati senza alcun dubbio. Credo che, in generale, i mestieri creativi abbiano una percentuale di imprevedibilità, che dipende dal mercato ma anche da una cosa più importante: l’artista. In questo caso tu, lo scrittore. Ammettiamolo, tutti abbiamo una storia da raccontare. Uno spunto che ci è venuto in mente quel giorno, la nostra storia d’amore incredibile (e quale non lo è?), il racconto di un parente lontano che ha viaggiato sul primo dirigibile della Storia. Una storia può nascere davvero da qualsiasi cosa, svilupparla in modo da poterne fare un libro è un’altra questione. In generale, se è un’attività che vi piace, io consiglio di scrivere comunque. Fa sempre bene e, dopo tredici anni di lavoro in vari ambiti, ho capito quanto questo Paese abbia bisogno di gente che sappia scrivere in italiano. Alcuni non vogliono nemmeno essere pubblicati. Per cui sbizzarritevi, scrivere è un balsamo per l’anima. Posso effettivamente dire che scrivere mi ha salvato la vita, lo sta facendo ancora.
E allora perché ci propini un altro inutile manuale di scrittura? Perché non sarà un manuale normale; saranno solo una serie di consigli da una che c’è passata e ne è uscita con una pubblicazione. Nel bene o nel male (e ve ne parlerò), io ce l’ho fatta. C’è un libro con il mio nome sulla copertina. Questa è la storia di come da un’idea nella mia testa sono arrivata a duecentonovantanove pagine stampate. – Fine del momento autocelebrativo-
Vi scriverò qualche piccolo trucco imparato nel corso della via e di come mi sono mossa a libro completato, perché non vi conosco ma, se state leggendo una guida con un nome del genere, già mi siete simpatici. E ricordatevi, scrivere si può insegnare ma non si può imparare. Che fregatura eh!
Rinunciate subito se:
- credete che scrivendo diventerete ricchi o quanto meno in grado di mantenervi. La percentuale di chi ci riesce rispetto a tutte le persone che ci provano è imbarazzante (fidatevi, sono anche un sociologo); il discorso potrebbe avere un certo senso in un altro Paese, in Italia no. Scrivere non è considerato un mestiere. O un mestiere per pochi, i grandi, i conosciuti. E voi poveri esordienti? Nada dinero;
- se non avete un’autentica passione per la scrittura; a un certo punto, sarà solo quella a sostenervi. Quindi rifletteteci, scrivere un libro, un libro vero, è un viaggio lungo e pieno di momenti di sconforto. E’ come essere innamorati, bisogna amare il bello e il brutto;
- se non potete vivere senza il sostegno altrui su questo progetto; la maggior parte delle persone non lo crederà fattibile. Accettatelo, andate avanti; se non siete in grado di farlo, se non avete le spalle larghe, io chiuderei subito la questione.
Preparatevi, cominciamo questo viaggio interstellare; cercherò di farvi orientare in questa Via Lattea senza coordinate e di farvi evitare gli asteroidi.