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Scarpe rosse

SCARPE
17 Luglio 2023 by Silvia T. Nessun commento

Ve l’ho promesso ed eccolo.

C’è voluto un po’ per elaborare qualcosa che già sapevo; di solito, succede così.Sono andata a Torino per vedere la Murgia ma non è questo il punto; tutto quel Salone del Libro era su di lei, anche se lei non lo sapeva. Anche se tutti noi non lo sapevamo.

E perché? Tutti muoiono; la Morte è la cosa che più democratica che io conosca.

Muoiono i ricchi, i poveri, i belli, i brutti, i felici e gli infelici. Gli anziani e purtroppo, spesso, anche i bambini. E’ come te ne vai che fa la differenza.

E come se ne sta andando lei è tutto un programma (a prescindere dalla vostra opinione personale sulla sua persona), una nuova narrazione della Morte.

La Morte è la fine di un  viaggio e credetemi, io ne so qualcosa.

E’ una sconfitta? Secondo lei no e non voglio romanticizzare l’idea della Morte; se mai avrete modo di leggere il mio nuovo libro, lo capirete.

O forse non lo leggerete mai e dovrete fidarvi di me, il Narratore inaffidabile.

Lei ha fatto tutto quello che voleva fare, ha detto tutto quello che voleva dire, ha provato a fare del Mondo un posto che riteneva bello.

Morire è davvero una sconfitta contro il cancro per lei? O forse è un finale, uno dei tanti possibili.

E ora che lo sa che la fine è vicina, certa, puoi dire e fare tutto ciò che vuole. 

Non ci saranno più creditori che vengono a riscuotere un debito, non ci saranno più prove costume o bagni da pulire. E non ci saranno più cuori spezzati, amori da dimenticare.

Insieme al Bene, muore il Male, il Dolore, la Paura.

E la Morte assume un’altra forma. E’ solo una parte inevitabile della Vita.

E quando succederà come vorrete aver vissuto? 

Io, per ovvi motivi letterari, ci ho pensato.

Se domani dovesse investirmi un tram, io me ne andrei in pace.

Ho vissuto… tanto. Ho viaggiato, ho riso, ho cantato, ho ballato, ho tentato, ho scritto. Ho visto qualcosa di mio pubblicato, vi ho letto rispondere a questa cosa.

Ho amato e ho sbagliato, tantissime volte, come credo tutti quelli che ci hanno provato. Non mi sono detta bugie, mai.

La Morte non è una resa, è il finale di tutto. Di tutti. Di tutte le cose conosciute.

Avrei voluto qualcosa di diverso? Qualcosa di più? Sì, tutti lo vorremmo ma la Vita non funziona così.

Seguendo quello che mi ha colpito di questa Morte annunciata della Murgia e da quello che vado predicando da una vita intera: la Morte è solo un pezzo, una data di scadenza.

Tutto quello che viene prima è il vostro percorso ed è quello… no, che frase da life coach! Non mi si addice e non la condivido.

Ma è vero che è la Vita, con tutte le cose che non sono riuscite, che non sono andate e con tutto il dolore, la cosa che conta di più.

Sapete che non sono religiosa, per cui per me esiste solo  “in terra” e non “in cielo”.

Ed eccola qui, la rivoluzione che può fare chi scrive: cambiare la narrazione di una cosa vecchia come il Mondo.

Lo so che questo post sarà controverso ma poco me ne frega. Io sono scrittrice e il mio compito e scuotervi la vita dalle radici, altrimenti leggete le cose politicamente corrette e andate a dormire tranquilli.

E’ un scelta e io non la giudico. 

Come scrivo nel mio nuovo libro: “Credo che tutte le persone che posseggono un minimo d’intelligenza si interroghino almeno su tre cose: la Morte, la Religione e L’ Amore”.

Spoiler: credo sia l’Amore quello più difficile di tutti da comprendere. E, forse, non si può.

Alla luce di questo, pensateci ora a cosa volete, anche alle stupidaggini che possono farvi contenti.

Io, ad esempio, mi sono comprata un paio di scarpe rosse con il tacco. Mi servivano? No. Mi hanno fatto stare per un po’? Sì.

Ed ecco fatto!

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Manuale

Saltate!

13 Agosto 2021 by Silvia T. Nessun commento

Prima di partire per le tanto meritate vacanze, voglio lasciarvi un ultimo ma importantissimo consiglio di scrittura: osate!

Nella scrittura non dovete essere educati, politicamente corretti, buoni, cordiali. Dovete essere solo veri. E non sarete mai veri come quando scrivete.

Non abbiate paura e non pensate mai che sia troppo. Siate sinceri fino in fondo, non uscirete da nessun seminato. Non c’è un seminato.

Mark Twain scriveva:

“Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell’opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.”

Siate coraggiosi nello scrivere, dimenticate quello che vi hanno insegnato per vivere nella società civile o per ottenere un posto di lavoro.

Scrivere è il luogo dove siamo liberi.

E allora, mollate gli ormeggi e navigate lontano. Saltate!

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Manuale

Il processo

28 Novembre 2020 by Silvia T. Nessun commento

Non ero neanche una ragazzina quando la mia classe venne invitata a visitare il comune e a incontrare il sindaco in carica ai tempi. In quei giorni, accadde il primo e unico stupro (denunciato) del nostro comune di cui io abbia memoria. Era una signora sulla cinquantina e il fatto avvenne nella via parallela a quella in cui vivo attualmente, una sera molto tardi.

Ci sedemmo tutti intorno al grande tavolo, dove i “potenti” della nostra città prendevano le decisioni che contavano. E il sindaco ci parlò di come la comunità stesse vivendo questo terribile crimine. E mi ricordo chiaramente che disse “Ma adesso chiediamoci tutti, che cosa ci faceva una donna da sola per strada a quell’ora?”

Pensavo di non aver capito bene ma quando vidi tutti annuire intorno a me (da tanto sindaco, non potevamo aspettarci una giunta pensante), capii due cose: che dalla politica italiana non mi sarei mai potuta aspettare un ragionamento con un minimo di decenza e che il mondo funziona al contrario. Ma come, lei è stata violentata e la colpa è la sua? A me venne spontaneo domandare: “ma chiediamoci tutti, è questa la domanda da porci?”

Da allora in poi, ho cominciato una personale battaglia contro questo comportamento, il processo alla vittima. Sì avete letto bene. Sembra assurdo, una contraddizione in termini. Ma, di fatto, è questo che facciamo. E ammetto il fallimento; nonostante io abbia cercato di divulgare questo concetto, vedo che non ha attecchito minimamente.

Proprio in concomitanza con la Giornata contro la violenza sulle donne, è arrivata l’ennesima prova della stupidità umana (Einstein, avevi decisamente ragione!). E io sono indignata, sconvolta e incazzata come donna ma prima di tutto come persona. Sì, perché le donne sono persone. E quando dicono no non vuol dire sì. Vuol dire no. Mi sento anche un po’ idiota a scrivere una banalità come questa ma tant’è…

E mi riferisco allo stupro e alla tortura subiti da una diciottenne da parte del fondatore di Facile.it , che non merita l’appellativo di persona. Ma non vorrei soffermarmi solo all’intervento di Feltri in merito alla questione, anche perché ormai il livello intellettivo di Feltri è paragonabile a quello di Angela da Mondello. Vorrei parlare delle persone comuni che si sono scagliate contro la vittima. Perché si sta facendo ancora il processo alla vittima.

Ho letto dei commenti che mi hanno fatto venire voglia di chiudere l’Internet, tutto. Cosa ci faceva li’? Perché era alla festa di un imprenditore? Perché è entrata nella stanza? Una signora chiedeva addirittura ai genitori della ragazza come l’avevano educata per farla diventare una che andava a quelle feste. Un brivido di terrore mi ha attraversato la schiena, quando ho pensato che questa donna potrebbe avere un figlio maschio che sta allevando con queste idee.

Scusate, ancora una volta, sono le domande giuste da porsi? Quindi la logica di questo ragionamento è che le donne devono stare a casa per evitare di essere stuprate?

State protestando per la mancanza di libertà causata della restrizioni anti Covid mentre a una donna si dice dove andare, con chi andare, a che ora e come deve vestirsi. E qui non ci vedete la sottrazione della libertà personale?

Quindi ricapitolando: NO vuol dire NO, la vittima non è il colpevole, nessun atteggiamento, vestito o geolocalizzazione a una certa ora è causa di uno stupro. E basta. Basta. Basta.

N. B. Tutte le maiuscole e le minuscole in questo post sono volute

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La trama

14 Agosto 2019 by Silvia T. 2 commenti

Oggi applicheremo complesse formule matematiche per ottenere una trama della massima resa su carta. Scherzo ovviamente!
La trama, però, è una bella gatta da pelare.
Io, invece,ho trovato estremamente emozionante poter decidere della vita dei miei personaggi. Delirio di onnipotenza…
Ma questo varia da persona a persona.

Ovviamente, dipende dal libro che volete scrivere ma qui comincia la vera parte decisionale.

Questo non è un racconto, quindi pensate attentamente al percorso emotivo, di vita, lavorativo (insomma quello che avete scelto per i vostri personaggi, a meno che non sia una biografia e lì, la storia ha già fatto il suo corso. Attenzione però! Anche una biografia necessita di un rimaneggiamento e dell’inserimento dei fatti veramente significativi o che possano dire qualcosa ai lettori.)

Qui mi sento più di mettermi dalla parte del lettore; ad esempio, non scrivete un nuovo “Signore degli Anelli” perché se ha più pagine è meglio.
È falso. É un errata convinzione che circola dai tempi della scuola. I miei temi erano brevi, concisi e spiegavano il punto. Ho sempre preso voti alti.

Inserendo cose non necessarie perché mille pagine fanno più scena di duecento, correte il rischio di annoiare e perdere il lettore a metà strada se non prima.

Pensiamo anche alla praticità: magari (o anche no visto che c’è anche l’opzione E-BOOK ora) qualcuno vuole portarsi ancora dietro il buon vecchio libro cartaceo e mille pagine pesano. Comunque, se la vostra storia si dipana con un senso per mille pagine, scrivetene mille o più.

Tendenzialmente, chi si occupa di fare queste cose (una noia per me!) ha categorizzate le trame per averne un numero esatto di base da cui si può partire per scrivere un romanzo.

Un recente studio americano ha addirittura ipotizzato che siano solo sei le linee narrative base…
Insomma, non ci inventiamo niente di nuovo. “Siamo nani sulle spalle dei giganti” scriveva Eco ne “Il nome della Rosa”. 

Non vi demoralizzate però, la varietà che potete inserire su queste linee narrative è infinito e sta solo alla vostra immaginazione.

Come vi ho scritto precedentemente, un canovaccio vi può essere utile. Anche se poi il romanzo cambia mentre lo scrivi, io tenderei ad avere chiare almeno sulle svolte narrative principali, perché cambiare quelle in fase di revisione diventa abbastanza complicato.

A proposito di complicato, non v’impegolate in frasi con tremila subordinate complesse perfino per voi. Il lettore rischia di non capire. Rileggete bene ad alta voce, se v’impappinate voi stessi a leggerlo, forse qualcosa non va…

Semplificate, insomma; non ricercate super-mega-fighe trame.
La vita offre tanti spunti e, se scrivete un genere particolare, allora osate davvero.
Non trattenetevi, si sente nella scrittura. Scavate e offrite al lettore un pezzo di voi, non necessariamente della vostra storia, di voi.
E lui ve ne sarà grato.

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