“Una missione solitaria sprofonda una pattuglia motorizzata di alpini negli orrori della guerra afghana e ridesta nel capitano Emiliano Zanin il tormento di un amore tradito.
Nello sperduto villaggio di Sharin Kot l’ufficiale si imbatterà infine in una terribile scoperta, che rappresenterà tuttavia per lui la premessa per tornare a sorridere alla vita.”

Ammetto che, dopo aver letto la trama, mi è venuta una grandissima curiosità. Ho pensato: vediamo che cosa ha ancora da dire questo scrittore su amore e guerra che non sia già stato detto.

E sono rimasta piacevolmente colpita dalla risposta che mi ha dato questo libro. Per questo vorrei dare un attimo risalto a qualcosa che forse, nel manuale, non ho sottolineato abbastanza: l’importanza di una documentazione ben fatta.

E’ difficilissimo, infatti, inserire una storia di fantasia nella Storia, quella vera, quella che si studia o che si studierà sui libri. Si riesce a farlo con i dovuti accorgimenti che, il nostro autore, ha avuto (ho scoperto poi che, in realtà, ha delle vere competenze nell’ambito).

Innanzitutto, questo romanzo parla di una guerra di cui sappiamo poco e di cui abbiamo voluto vedere poco, quella in Afghanistan. E, non so voi ma io sono sempre contenta di leggere di qualcosa di nuovo o che non conoscevo.

Sappiamo che il nostro protagonista, Emiliano Zanin è un militare che si ritrova all’interno del conflitto, dopo aver ricevuto una delusione d’amore che avrebbe piegato anche i più forti di noi.

E la storia resta perfettamente in bilico tra il dovere di portare a termine una missione stremante e il ricordo/presenza di questa donna che brucia ancora. Mi sento di complimentarmi con l’autore perché è riuscito a scrivere un romanzo di guerra non troppo lungo e efficace, che arriva al punto. Non voglio anticiparvi il destino della storia d’amore ma è davvero tutta “da scoprire”.

Unico appunto che mi sento di fare: ho trovato alcuni dialoghi tra Emiliano e Rebecca (l’amore perduto) un po’ scontati, così come la descrizione della stessa Rebecca, così perfetta da sembrare finta, soprattutto nella prima parte.

Le parole per descriverlo: veritiero e romantico.

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Written by Silvia T.
Sono una scrittrice che va in crisi per scrivere chi è in poche righe. "Sono vasto, contengo moltitudini" scriveva Whitman. Io direi più che chi siamo è in continuo mutamento. Quello che vi serva sapere è che mi chiamo Silvia e ho pubblicato il mio primo romanzo "Un momento di chiarezza", l'anno scorso. Domande che potrebbero venirvi in mente. Hai messo un  manuale di scrittura, vuoi insegnarci come farlo? Il mio manuale di scrittura è, diciamo, sui generis. Considerateli dei consigli e prendetene quanto basta. Perché dovremmo leggere il tuo blog o le tue recensioni? Perché no? Magari vi piace.