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Teresa

27 Novembre 2019 by Silvia T. Nessun commento

“Teresa ha perduto l’amore della sua vita, ed è disposta a tutto pur di non sentire più alcun dolore. La sola cosa che desidera è sotterrare il suo cuore in un fosso. Ma come? Decide di bussare alla porta di Donna Maria, misteriosa fattucchiera da sempre al centro di storie e credenze folkloristiche che hanno accompagnato Teresa fin da bambina. Le due donne stringeranno un patto dai risvolti oscuri, ma a interferire col piano arriverà Salvatore, amico d’infanzia da sempre follemente innamorato di Teresa. Comincia così un viaggio a ritroso dove ricordi del passato si fondono a elementi ritualistici del presente, dove il sogno e la realtà si confondono fino a un inaspettato scioglimento finale. Un racconto che è la presa di coscienza di una giovane donna attraverso il suo ostinato percorso di liberazione da limiti interni ed esterni, nella provincia di un piccolo paese di un sud Italia lontanissimo eppure sempre attuale.”

“La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati in altri progetti” (John Lennon). E questo accade a tutti prima o poi; ai più fortunati solo una volta. Perdere l’amore, come cantava Massimo Ranieri (per i più giovani, vi consiglio di ascoltarla su Youtube) è l’esperienza più universale del mondo. Tutti soffriamo nello stesso modo ma in modo diverso (così come tutti scriviamo delle stesse emozioni ma in maniera diversa).

Ed è quello che è successo a Teresa, la protagonista del nostro racconto (io lo definirei più un racconto lungo che un romanzo ma questo non lo sminuisce, anzi. Puntiamo sempre alla qualità e non alla quantità) e lei vorrebbe strapparsi il cuore, metterlo a tacere per sempre e smettere di soffrire. Lei non era “occupata in altri progetti”, il suo unico progetto era l’amore stesso.

E questa sofferenza avvolge tutto il racconto, anche in maniera fisica. Esplode durante il rito di Teresa e la rende vivida, attraverso le forme e i colori in cui è immersa la protagonista. Ma il mondo non si ferma perché hai il cuore spezzato (anche se, a mio parere dovrebbe, almeno per rispetto) ma la tua vita sì. E solo tu puoi farla ripartire.

L'”oggetto amato” sbiadisce a confronto con il dolore che ha provocato. Non ha ossa, non ha sangue. La sofferenza sì. Ed è così che la vediamo nel racconto. Un’entità vera e con una forza distruttiva reale (Donna Maria? Io la vedo così).

L’ambientazione nel Sud Italia tradizionalista (a volte anche troppo!), con il suo folklore e la sua passione, dona al racconto quel pizzico di magia che pervade anche l’aria in questo racconto.

In alcuni tratti, mi ricorda molto gli scrittori del realismo magico; se non sapete cos’è, leggete qualcosa di Marquez, della Allende o del buon Dino Buzzati (ad esempio i “Sessanta racconti“).

Mi congratulo con l’autrice per aver saputo trascinarci in questo mondo reale, immaginato e dipinto di emozioni.

Il finale mi è piaciuto, anche se, per un attimo, ho temuto che la storia prendesse un’altra strada, che non sarebbe stata altrettanto efficace.

Unica pecca: la costruzione del finale. Quando ci si muove su piani diversi (realtà e sogno, presente e passato ecc…), il passaggio da uno all’altro non deve essere necessariamente esplicito ma deve essere capito. Ho dovuto rileggere un paio di volte i passaggi per riannodare il filo.

Le parole per descriverlo: vivido e doloroso.

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La strada dei fantasmi

14 Ottobre 2019 by Silvia T. Nessun commento

“L’avventuriero Toni Vento, alla sua prima missione, ci lascia gli appunti sparsi e frammentari di una storia enigmatica che rivela particolare attenzione alle sfumature psicologiche e agli spunti filosofici. Gli avvenimenti reali si mescolano alle apparizioni costituite dalle proiezioni della psiche dei vari personaggi, atte a svelare i sogni, le paure e i fantasmi che popolano il loro inconscio. Il protagonista si inoltra nella ricerca di una collana risalente al diciottesimo secolo, che da allora appare e scompare attraverso le epoche e le regioni geografiche, lasciando intorno a sé una scia di suggestioni e rimandi. Vaga attraverso il mercato nero dei gioielli tra affaristi, night club e corse clandestine, alla ricerca disperata di momenti di bellezza e di comprensione che possono apparire inaspettatamente nei canali di Venezia, sulle vette della Norvegia, nella camera di un motel.”

Libro con una costruzione complessa e una scrittura che ha un sapore antico, ricco di descrizioni e di metafore.

Fin dall’inizio, i pensieri e le considerazioni del protagonista diventano il punto focale su cui ruota tutto il libro, fino a darmi l’idea che lo stile sia più saggistico che romanzesco.

L’esplorazione dell’inconscio umano è ben delineato e ci fornisce una serie di immagini e di riflessioni sicuramente condivisibili. La trama, però, rimane un po’ in sottofondo rispetto all’aspetto psicologico, anche numericamente: avvengono meno cose di quante ne vengano pensate.

Il mio consiglio per l’autore è di definire meglio il suo stile e fare una revisione della storia, che ha sicuramente i presupposti per essere un buon libro, ma deve essere sviluppata con una mano più ferma. Una cosa che ti consiglio di fare è pensare ai personaggi e buttare giù una descrizione accurata. Poi non è necessario inserire tutto nel libro ma inquadrarli bene ti aiuterà a tenerli ancorati alla storia e a dargli una caratterizzazione meno sfocata.

Chi è Toni Vento? Qual è il suo percorso all’interno del romanzo? E queste donne che sono dei perfetti personaggi letterari (pericolose, ambigue, misteriose), che funzione hanno nella narrazione?

Le parole per descriverlo: filosofico e descrittivo

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I segreti di Sharin Kot

4 Ottobre 2019 by Silvia T. 3 commenti

“Una missione solitaria sprofonda una pattuglia motorizzata di alpini negli orrori della guerra afghana e ridesta nel capitano Emiliano Zanin il tormento di un amore tradito.
Nello sperduto villaggio di Sharin Kot l’ufficiale si imbatterà infine in una terribile scoperta, che rappresenterà tuttavia per lui la premessa per tornare a sorridere alla vita.”

Ammetto che, dopo aver letto la trama, mi è venuta una grandissima curiosità. Ho pensato: vediamo che cosa ha ancora da dire questo scrittore su amore e guerra che non sia già stato detto.

E sono rimasta piacevolmente colpita dalla risposta che mi ha dato questo libro. Per questo vorrei dare un attimo risalto a qualcosa che forse, nel manuale, non ho sottolineato abbastanza: l’importanza di una documentazione ben fatta.

E’ difficilissimo, infatti, inserire una storia di fantasia nella Storia, quella vera, quella che si studia o che si studierà sui libri. Si riesce a farlo con i dovuti accorgimenti che, il nostro autore, ha avuto (ho scoperto poi che, in realtà, ha delle vere competenze nell’ambito).

Innanzitutto, questo romanzo parla di una guerra di cui sappiamo poco e di cui abbiamo voluto vedere poco, quella in Afghanistan. E, non so voi ma io sono sempre contenta di leggere di qualcosa di nuovo o che non conoscevo.

Sappiamo che il nostro protagonista, Emiliano Zanin è un militare che si ritrova all’interno del conflitto, dopo aver ricevuto una delusione d’amore che avrebbe piegato anche i più forti di noi.

E la storia resta perfettamente in bilico tra il dovere di portare a termine una missione stremante e il ricordo/presenza di questa donna che brucia ancora. Mi sento di complimentarmi con l’autore perché è riuscito a scrivere un romanzo di guerra non troppo lungo e efficace, che arriva al punto. Non voglio anticiparvi il destino della storia d’amore ma è davvero tutta “da scoprire”.

Unico appunto che mi sento di fare: ho trovato alcuni dialoghi tra Emiliano e Rebecca (l’amore perduto) un po’ scontati, così come la descrizione della stessa Rebecca, così perfetta da sembrare finta, soprattutto nella prima parte.

Le parole per descriverlo: veritiero e romantico.

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I viaggiatori del tempo

23 Agosto 2019 by Silvia T. Nessun commento

PRIMA SERIE

Sinossi:

“I viaggiatori Emy e Max abitano sul pianeta Terra del futuro, nell’anno 3015 dC, dominato dal sistema globale di Zionix. Con la time machine, viaggiano nel passato per studiare ed eliminare le cause della tirannia. I viaggiatori del tempo vivono in un mondo schiavizzato dai banchieri, agenti programmi olografici, droidi e androidi. Su scala generale è attivo il Simulatore Mondiale Olografico. Il regime orwelliano, o New World Order, è iniziato nel 2500. È l’opposto del Natural World Order, con il benessere per tutti, cercato dai protagonisti della serie in argomento. Zionix è la nuova Matrix. Il programma dei ribelli di Zionix riprende molte formule della trilogia degli anni 1999-2003. La storia degli sposi romantici Emy e Max si intreccia con le storie degli amanti emersi dal passato.”

Innanzitutto vorrei ringraziare l’autore per avermi permesso di recensire un libro di fantascienza, un genere un po’ snobbato dall’editoria ma che ha conosciuto un grande momento di notorietà soprattutto con il filone distopico partito da Hunger Games e cresciuto negli anni scorsi.

“I viaggiatori del tempo” parte da uno spunto molto interessante: l’umanità può salvare il mondo dalla distruzione che egli stesso ha creato?

Ci sono delle riflessioni valide nei viaggi del tempo di Max ed Emy e ho apprezzato le citazioni dei Grandi del nostro presente e passato.

Poiché vi avevo scritto che sarei stata completamente sincera devo ammettere, però, che la struttura del romanzo mi lascia perplessa.

E’ anche vero che è una prima parte e deve introdurre i personaggi per farci affezionare a loro e farci comprare i libri successivi. Questa è un’ottima strategia di marketing.

Il libro è molto “dialogato” (troppo a mio parere, qualche descrizione in più avrebbe giovato alla narrazione) e i dialoghi non hanno il mordente necessario a portare avanti la storia.

E queste citazioni, che io ho trovato belle ma poco integrate nella storia, sembrano messe lì per farci credere a un utopico mondo a cui dovremmo tornare dove non c’è dolore e sofferenza ma solo purezza e amore. E sappiamo bene che oggi (che rappresenta il passato dei protagonisti ma anche il nostro presente) non è esattamente così.

Detto questo, non è nulla che una buona revisione non possa aggiustare. Il mio consiglio è di rileggerti a voce alta (io lo faccio spesso passando per pazza ma amen), nel tuo caso potrebbe essere molto utile.

Anche perché traspare la tua conoscenza degli argomenti, degli autori citati ed è tutto scritto bene, senza errori di ortografia e di verbi (errore molto comune per chi scrive su piani temporali diversi.)

P.S. Nella sinossi non descrivere tutto capitolo per capitolo, lascia qualche sorpresa al lettore.

Le parole per descriverlo: fantascienza e amore

Autore: Massimo Festa

Editore: Aletti

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Recensioni

Come una reale illusione

12 Agosto 2019 by Silvia T. Nessun commento

Sinossi:

“Emma si sveglia in ospedale non ricordando gli ultimi giorni trascorsi. Ha subito un’aggressione, che non ha compromesso la sua gravidanza. L’agente di polizia Stefani indaga sull’accaduto, mentre Giulia, un’amica di sua madre, si offre di aiutare Emma nei primi giorni della convalescenza. Quando quest’ultima inizia a ricordare, grazie a dei sogni rivelatori, tutti i pezzi del puzzle si uniscono. Allora Emma trova il coraggio di affrontare Daniel, il suo stalker, che la porta lontano da tutto e tutti, dove nessuno può trovarla. Emma è bloccata dalla paura, ma deve trovare il coraggio dentro se stessa per cercare di tornare a casa. Ci riuscirà?”

Quando l’autrice mi ha mandato questo romanzo mi ha parlato di una storia che riguardava un tema tristemente attuale, lo stalking.

In realtà, questa storia è molto di più: è il racconto della presa di possesso di una vita, anzi, di tutte le vite che circolano intorno a Emma da parte di un criminale psicopatico.

Sicuramente la storia t’incuriosisce, vuoi capire come finirà e se vinceranno i buoni.

Ho apprezzato in particolare la trama e la scrittura asciutta, senza inutili sbrodolature. In poche pagine, la nostra autrice ci ha dato un quadro di partenza, una trama e una conclusione. Il tutto in un sottofondo onirico che si integra nel racconto senza disturbare, anzi, rendendolo piacevole e necessario alla protagonista.

Non ho trovato particolarmente interessante la storia parallela genitoriale (ora non vorrei fare spoiler, ma quando lo leggerete capirete a cosa mi riferisco); innanzitutto perché quello che vorrebbe essere un ulteriore colpo di scena non lo è. Si capisce praticamente subito dove si sta cercando di portare il lettore. Inoltre, non aggiunge niente alla storia principale, quindi non mi sembra funzionale al libro stesso.

Ringrazio che sia stato questo il primo libro di cui ho avuto la possibilità di fare la recensione, prima di tutto perché lo ritengo un buon libro, scritto bene e con passione ma anche perché mi permette di fare una riflessione con voi che leggete.

Non abbiate paura di rendere i personaggi negativi veramente negativi (che siano pazzi, stupidi o semplicemente cattivi), non tiratevi indietro, attingete al vostro vissuto, alle vostre esperienze e create un personaggio che si può davvero odiare.

In generale, posso solo lodare l’autrice che si è messa in campo su un terreno non facile ma, per il prossimo libro (e mi auguro che ci sarà), io spero che abbia il coraggio di premere di più l’acceleratore per non permettere quei (seppur brevi) cali di tensione, di cui “Come una reale illusione” risente. E le getto un amo che mi è venuto in mente mentre leggevo: e se Emma non fosse stata la ragazza dolce, amata da tutti, la moglie devota e adorata ma una persona problematica, magari neanche così simpatica?

Le parole per descriverlo: attuale e ben scritto.

Libro: Come una reale illusione

Autrice: Cristina M,
Disponibile su Amazon Kindle

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Il buio oltre la siepe

28 Luglio 2019 by Silvia T. Nessun commento

“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Così scriveva Italo Calvino e il libro di oggi, Il Buio oltre la siepe di Harper Lee, è la conferma della veridicità di questa affermazione.
La storia si svolge in Alabama negli anni trenta, dove due bambini, Jean Louise (Scout) e Jeremy (Jem) Finch, vengono allevati dal padre avvocato Atticus.
La loro vita viene sconvolta dall’accusa di una donna bianca di essere stata violentata da un uomo di colore, di cui Atticus si assumerà la difesa e dall’entrata in scena del misterioso vicino di casa dei Finch, Boo Radley, fino ad allora considerato un pazzo. E tutto ciò che si credeva di sapere, verrà messo in discussione dal processo e da quello che provocherà in città. 

La voce pura di Scout, ancora in divenire, ci racconta una storia di razzismo e di paura del diverso ancora attuale.
E ci racconta la storia di un padre che vuole cambiare il mondo (cominciando da quello dei propri figli) con il suo esempio e non con la sua opinione, come afferma lui stesso: “Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.”

E questo è anche un po’ il messaggio universale ma, forse, vale anche e soprattutto per noi scribacchini.

Le parole per descriverlo: il coraggio di seguire i propri ideali.

Libro: Il Buio oltre la siepe di Harper Lee
Foto: Feltrinelli

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