Non prendete appunti -
Non prendete appunti -
Manuale•Non sa/non risponde

Sette risposte per sette domande

15 Febbraio 2022 by Silvia T. Nessun commento

Oggi ho voluto rispondere a un po’ di domande vostre e considerazioni che mi avete scritto. Ne ho scelte sette:

  1. Perché no all’autopublicazione?
  2. Chi era la casa editrice top a cui miravi? Era la Mondadori?
  3. Non hai paura a scrivere di eventi e persone reali?
  4. Da che cosa hai attinto (libri, film ecc…) per scrivere questo libro?
  5. Perché hai detto che la documentazione sul fantasy non serve?
  6. Ti hanno scritto per il tuo video sul Covid?
  7. Perché il romanzo s’intitola “In un posto bello?

Le risposte nel video 🙂

E scoprite anche cosa rimase sul fondo del vaso di Pandora! 😉

Share:
Reading time: 1 min
Manuale•Non sa/non risponde

Ho scritto un libro. E ora?

31 Gennaio 2022 by Silvia T. Nessun commento

L’annosa questione che si presenta quando terminiamo di scrivere un libro.

Nel video, qualche risposta utile.

https://youtu.be/L7RyhHjydcw

Alla prossima 🙂

Share:
Reading time: 1 min
Manuale

La testardaggine di Snoopy

29 Novembre 2021 by Silvia T. Nessun commento

E oggi questo post lo voglio dedicare a lui, alla sua costanza, nonostante i rifiuti e le difficoltà di ogni scrittore. A Snoopy e alla sua caparbietà. Un esempio per tutti noi.

Chi non si perde mai d’animo è il primo candidato a realizzare un sogno. Non fraintendetemi; a volte, anche chi è cocciuto come un mulo, non ce la fa. Le variabili esterne sono troppe e fuori dal nostro controllo per affermare “Se vuoi, puoi”. Ma se vuoi tanto e ci metti tanto impegno ci sono più probabilità che tu riesca.

Scrivendo questo libro, mi sono resa conto di tutte le difficoltà che ho superato per arrivare a creare (e passatemi il termine, perché mi fa sentire molto fica) dei libri, a pubblicare e soprattutto per arrivare ad essere me stessa, in un modo che solo la scrittura mi concede.

Ho fatto così tanto eppure non abbastanza. Nel momento in cui ho dovuto scegliere, ho scelto male. Ma il “senno di poi” è inutile quasi quanto l’ansia.

Posso solo imparare e sbagliero’ ancora ma, come faccio dire anche a Daisy in “Un momento di chiarezza”, “l’unica cosa che posso fare è sbagliare meglio”.

Siate come Snoopy e non avrete più paura delle “notti buie e tempestose”.

Share:
Reading time: 1 min
Manuale

La scrittrice

7 Agosto 2020 by Silvia T. Nessun commento

No, non è il titolo di un romanzo. O forse sì, un thriller norvegese dove l’assassina uccide con un penna stilografica… tra le vittime poveri stolti che scrivono “qual è” con l’apostrofo. Andava fatto!

Comunque, a parte gli scherzi, scrittrice è un parolone e non è una qualifica facile da conquistarsi. “Quando sarò una scrittrice” ripetevo sempre “andrò in Comune a rifarmi la carta d’identità e lo farò scrivere a carattere cubitali, professione SCRITTRICE”. Ripenso con tanta tenerezza a quella me. Ovviamente non sarei andata in giro con la carta d’identità aperta in mano ma… probabilmente l’avrei tirata fuori con molta nonchalance, di tanto in tanto, adducendo qualche motivo assurdamente convincente.

E poi è successo, come quando dai il primo bacio o dici per la prima volta “ti amo”; rimani lì ferma con una grande idea di come avrebbe dovuto essere quella scena ma è già successo, non hai avuto tempo di pensare o di assumere Spielberg per fare la regia.

Eppure ci avevi messo tanto impegno per non perderti il momento. Quando sono diventata una scrittrice? Anzi, allarghiamo la domanda, quando si diventa scrittori?

Mentre scrivi? Quando ti pubblicano? Quando sei sullo scaffale della libreria? O quando ti leggono? (Ho volutamente omesso “quando ti pagano” perché è il momento in cui ci sente meno scrittori che mai… a meno che tu non venda come la Rowling ovviamente!)

La verità è una: la scrittura non è un mestiere che ha bisogno di essere legittimato su una carta d’identità o su un curriculum. Lo scrittore è, non fa.

Quindi, di fatto, quando vi sentite scrittori (ma siate onesti con voi stessi!), siete scrittori.

Devo ammettere che mi fa piacere (molto piacere!) quando gli altri mi danno della scrittrice . Me lo merito, me lo sono guadagnato, ho lavorato tanto e ci ha creduto anche quando ci credevo solo io.

Ora mi piacerebbe che ve lo chiedeste anche voi: vi sentite scrittori?

Vi lascio con quest’ultimo interrogativo (come se non ne aveste già abbastanza!) e vi auguro delle buone vacanze, qualsiasi cosa voglia dire per voi. Spero che scriviate e tanto.

Una mia cara amica dice che l’anno vero è quello scolastico, finisce con la fine dell’estate e riprende a settembre. Così, in quest’anno senza scuola, vi auguro un settembre tutto da scoprire e da riscoprire.

Personalmente ho avuto un anno impegnativo ma soddisfacente (penso comunque che essere scampati a una pandemia dovrebbe fare curriculum!). Spero in un’ estate prolifica per la mia scrittura e rilassante per il mio stanco cervello. “C’è ancora molta strada da fare prima di dormire” scriveva Frost e lo penso anch’io.

Divertitevi però, perché credetemi, anche gli scrittori si divertono ogni tanto!

Firmato

La scrittrice

Share:
Reading time: 2 min
Manuale

Il self publishing

6 Maggio 2020 by Silvia T. Nessun commento

Non c’è due senza tre e, se avete contato bene, manca solo lui all’appello: il self publishing. E’ tanto discusso, amato e odiato che, qualunque cosa dirò andrò contro qualcuno ma fa parte dell’essere sinceri. Partiamo dal presupposto che è un metodo relativamente “nuovo” per pubblicare e come tale può e continua a migliorare.

E, sinceramente, io non mi sento né di raccomandarvelo né di sconsigliarvelo a prescindere.

Se siete dei lettori fedeli, vi ricorderete che, all’inizio di questa fantastica guida intergalattica per scrittori emergenti, vi ho detto che uno scrittore deve prendere tante decisioni; non mi riferivo solo alla trama, alla copertina o alle cose da tagliare in fase di revisione. Significa anche decidere cosa fare del tuo libro una volta che è bello finito e impacchettato.

Per cui vi elencherò le ragioni per cui ho scelto di non autopubblicarmi:

  • era il mio primo romanzo, avevo un po’ paura di toppare, volevo avere delle opinioni da un professionista, un editor insomma;
  • tu sei Nessuno. Esatto, non ve la prendete. Un esordiente con il suo primo libro in mano è il Sig. Nessuno in persona. Quindi io, Sig. Nessuno, pubblico un libro, passato solo dal mio giudizio (e credetemi, c’è tanta gente che non sa scrivere che pensa di saperlo fare), nel mare magnum di Internet… sono praticamente una barchetta alla deriva. La quantità di fattore C che ti serve per essere trovato da un numero di lettori decente tra le milioni di autopubblicazioni che circolano, dovrebbe moltiplicarsi in maniera esponenziale! Essere trovati è praticamente impossibile senza qualcuno che punti il dito sul tuo libro. E questo ve lo confermo, perché negli ultimi mesi, sto scrivendo su una famosa piattaforma sotto pseudonimo e, ragazzi, non mi si fila nessuno. Per fortuna io lo stavo facendo un po’ per gioco, un po’ per provocazione. Vi dico solo che ragazzini che non sanno usare il verbo avere, su questa piattaforma scoppiano di follower. E la qualità? Traetene voi le conclusioni. Vi dico solo che, in questa quarantena, ho letto molti più post sui social di quanti avrei dovuto e mi sono profondamente avvilita. Neanche le basi dell’italiano…
  • volevo essere “scelta”. Vanità? Egocentrismo? Sì, probabile! Ma anche quel dubbio che penso serpeggi in tutte le menti umili: “e se avessi scritto una cagata pazzesca”?
  • “Un momento di chiarezza” è una storia particolare, non sapevo quanto le persone l’avrebbero ben accolta. La trama di fondo è, di fatto, banale. Devi leggerlo per scoprire le sue particolarità;
  • non volevo vendere il mio libro come una cassa di frutta;
  • ultimo ma non ultimissimo: le copertine dei libri autopubblicati sono veramente brutte! O hai la fortuna di avere un amico o un parente che bazzicano nel disegno o rischi di trovarti una copertina improponibile. E come abbiamo già detto, la copertina fa.

Questa è stata la mia scelta, quello che credevo essere meglio per il mio libro. Ora voi dovete fare quello che è meglio per il vostro. E non flagellatevi se le cose non vanno come avevate previsto.

Sappiate che, di fatto, l’autopubblicazione è una scommessa su voi stessi, come scrittori ma anche come “venditori”del proprio libro. Quindi, se decidete per questa opzione, preparatevi ad accontentarvi di una piccola fetta di pubblico, composta di amici e parenti o siate sfacciati.

Provateci davvero, con impegno! Rischiate!

Share:
Reading time: 2 min
Manuale

Il crowdfunding in editoria

28 Aprile 2020 by Silvia T. Nessun commento

E su questo sono parecchio ferrata, perché io ho pubblicato con il crowdfunding.

Che cacchio è il crowdfunding? È quello che mi sono chiesta io all’inizio e quello che mi hanno chiesto tutti quando ho cominciato a praticarlo. Come una religione o un’arte marziale.

Allora, in sintesi, la storia è questa: la protagonista, io, aveva scritto un libro e lo aveva mandato a tutti quelli che pensavo potessero pubblicarlo. E da allora, aspettava con gli occhi verso l’infinito, un fantastico editore che arrivasse con il suo cavallo bianco e una proposta editoriale valida.

Sapete una cosa che le fiabe non raccontano mai? É che la principessa comincia a stufarsi e invecchia anche, ad un certo punto.

Beh, io non avrei mai potuto fare la principessa molto a lungo, non era nella mia natura. Dovevo fare qualcosa. Così sono scesa dalla torre e sono andata a un incontro dove parlavano di crowdfunding nell’editoria.

Di fatto, l’idea di crowdfunding è quella di raccogliere fondi dal normale compratore a piccole cifre per poter realizzare un progetto, di quasiasi tipo. Ci sono persone che lo usano per produrre documentari o allestire mostre o attivare una start up ma anche progetti sociali… Insomma se riesci a trovare abbastanza persone che credano nel tuo progetto e che ti finanziano con una piccola cifra, sei a cavallo. Non quello del principe… anche meglio.

Dopo aver partecipato a questa conferenza tenuta da quella che poi diventerà la mia casa editrice, mi sono detta: “Cavolo Silvia, può essere la tua occasione! In fondo devi vendere centocinquanta copie in prevendita… lo puoi fare!”

E qui avrei dovuto cominciare a preoccuparmi perché primo, io non parlo mai di me in terza persona e, secondo, non avevo nessuna percezione di quanto fosse difficile vendere dei libri in Italia!

E quindi in un misto di entusiasmo e disperazione, mi sono buttata in questa avventura. Ho mandato il mio manoscritto che ha passato tutte le selezioni e poi mi hanno aperto un canale sul loro sito per far preordinare il libro. Si poteva leggere un breve estratto.

Siamo partiti bene. Parenti, amici, clienti di mio padre e gente che conosceva gente hanno ordinato il libro. E poi, il blocco. Qualcuno mi prometteva di comprarlo ma non lo faceva, altri glissavano per non dirmi di no in faccia. Sono diventata sfacciata e petulante.

Sentivo che pregare qualcuno per un comprare un libro che ritenevo bello, anche se loro ancora non lo sapevano (ma non è così per tutti i libri nuovi?) era patetico. Io sono brava a scrivere, solo a scrivere. Perché non posso fare solo un atto di fiducia?

Quindici euro. Erano solo quindici euro. No, erano quindici euro per un libro. Mi sono scontrata contro l’Italia che non legge, che non spende i soldi per leggere.

Ho cominciato a pensare che non ce l’avrei fatta. E io avevo solo un colpo da sparare, non potevo permettermi di prendermi altro tempo per scrivere il libro numero due e riprovarci.

Avevo puntato tutto su quel numero ma la roulette era molto meno prevedibile del previsto.

E poi ce l’ho fatta. Vi ho già parlato della gioia di quel momento e non diventerò di nuovo sfacciata e petulante.

Ma il punto non è questo. É questo: il crowdfunding é una strada che vi consiglio di valutare, perché io sono riuscita a pubblicare. Credetemi però quando vi dico che è molto meno semplice di quanto si pensa e di quanto vogliano farvi credere.

Potete avere fortuna, certo. Il fattore è C è sempre una buona cosa ma potreste non averne, anzi.

Preparatevi e non abbattetevi mai durante il percorso. Nel periodo di crowdfunding siete tutto ciò che avete; credete in voi stessi e in quello che avete scritto. E fate… un atto di fiducia!

P.S. La bellissima foto di copertina è una scena della serie “Orange is the new black“

Share:
Reading time: 3 min
Manuale

Mia la storia, mio il finale

6 Novembre 2019 by Silvia T. Nessun commento

A questo punto, il mio manuale diventa un racconto. Su quale pianeta sono atterrata dopo il mio fantastico viaggio intergalattico?

Facciamo un passo indietro. Avevo il mio libro finito “Un momento di chiarezza”, il deposito in Siae era registrato e avevo fatto una bella lista delle case editrici a cui volevo inviare la mia opera prima.

Ci sono tutti i tasselli, vi ritrovate? Suppongo abbiate risposto di sì, per cui procediamo.

Ora entra in scena Italo Calvino, non lo scrittore, il premio. Come molti di voi sapranno, il premio Calvino è uno dei più importanti concorsi letterari italiani. Mi accorsi che rientravo al pelo nei termini di partecipazione, così ho pagato l’iscrizione (non una cifra esigua, per correttezza), ho stampato e rilegato le due copie del manoscritto richieste e sono corsa (corsa è un parolone, il pacco pesava un po’. Per fortuna la posta è sotto casa mia!) a spedire il tutto.

Ora, tutti sanno che sono in molti a partecipare a questo concorso e io non pensavo certo di vincere ma era un primo tentativo e, inoltre, avrei ricevuto una scheda di valutazione del romanzo.

Non voglio farvi trattenere il respiro: non ho vinto il premio Calvino. Ho avuto, però, la mia scheda di valutazione: alcune delle loro considerazioni le ho trovate interessanti e condivisibili, altre mi hanno fatto pensare “ma che libro hanno letto?”

Ho pianto per due giorni, forse tre. Lo so, ho detto che non speravo di vincere ma la delusione c’è sempre (forse, dentro di me, speravo di finire almeno nei menzionati).

Devo ammettere che in questo percorso che mi ha fatto arrivare alla pubblicazione ci sono state tante lacrime e tanti momenti di sconforto. Se avessi avuto un euro per ognuno di loro, non dovrei più cercare lavoro.

Non mi sono, comunque, persa d’animo. Spesso, quando parlo di questo periodo dico di aver avuto “una perseveranza che rasentava la follia”.
Un sabato mi sono trascinata in una copisteria dove ho fatto stampare e rilegare quindici manoscritti (anche qui, costo non esiguo) e ho cominciato il mio ciclo “domeniche d’autore”. Di fatto scrivevo lettere di presentazione, cercavo indirizzi e imbustavo (buste grandi, gialle).

Il giorno dopo mi recavo con il mio bel sacchettone a spedire tutte le mie buste, facendo impazzire la povera impiegata delle poste. Nel mentre, facevo lo stesso anche con le case editrici che volevano l’invio digitale.

Se penso che molti di quei bustoni e di quelle mail forse non sono mai state aperte… Inutile rammaricarsi ora.

Passarono tanti mesi senza nessuna risposta, troppi per la mia impazienza da “cavolo, e pubblicatelo!” Dopo un po’ ho cercato qualcosa che potesse distrarmi, mi sono iscritta a un corso di recitazione, ho ricominciato a leggere seriamente, frequentavo eventi e presentazioni.

E me lo ricordo bene il giorno che ha cambiato tutto. Ero da sola, al Wired Festival, ai giardini Indro Montanelli. Ero andata perché avevo sentito che questa nuova casa editrice, Bookabook, avrebbe tenuto un incontro lì.

In pratica, Bookabook funziona così: tu spedisci il tuo libro per una prima valutazione. Se l’esito è positivo, entro quindici giorni ti viene comunicato il passaggio alla seconda fase di selezione. Dopo altri quindici giorni, saprai se il tuo libro è idoneo alla pubblicazione oppure no.

Ma la parte complicata arriva dopo; se vieni ritenuto idoneo, procederanno alla pubblicazione del tuo libro, se e solo se, sarai riuscito a vendere in anteprima un numero di copie da loro stabilito (quando l’ho fatto io erano centocinquanta). Se ci riesci, il tuo libro verrà revisionato, impaginato, munito di copertina e venduto cartaceo o e-book sul loro sito, sui principali portali online e nelle librerie fisiche (la modalità di quest’ultima dipende, però, dal raggiungimento di un ulteriore numero di vendite). Per informazioni più dettagliate, potete scrivermi a info@nonprendeteappunti.it.

Nei tempi previsti, arrivò la lieta novella: il mio libro era stato scelto. Evviva! Ho pianto di nuovo, di gioia stavolta.

Vendere centocinquanta copie di un libro di cui c’erano solo una ventina di pagine online non era, però, così semplice e lo sapevo…

Ma diamine! Mia la storia, mio il finale. Non avrei provato a vendere centocinquanta copie, avrei venduto centocinquanta copie. Così come non avevo provato a scrivere un libro, avevo scritto un libro. Il mio romanzo avrebbe visto la luce (adoro queste metafore)!

E sono partita come una schiacciasassi, vedevo solo l’obiettivo. Dovevo impegnarmi ancora per raggiungerlo.

Non vi posso spiegare cosa ho provato il giorno che l’ho raggiunto. Vi posso raccontare però la storiella assurda (non poteva essere altrimenti, trattandosi di me) che c’è dietro.

Per tutta una serie di coincidenze, sapevo che ero vicina al traguardo ma non immaginavo che la Grande Vittoria si sarebbe materializzata nei minuti successivi. Sono andata a farmi una doccia ma, anche sotto l’acqua, sentivo il cellulare che continuava a squillare per i messaggi e le notifiche dei social.

Sono uscita dalla doccia, mi sono asciugata in fretta in furia e sono corsa (stavolta davvero!) a prendere il cellulare. Ed era lì, quel numero che avevo tanto sperato di vedere scritto. CENTOCINQUANTA.

E mi sembrava di essere Dario Fo che vinceva il Nobel con la macchina che accostava per comunicarglielo. Tutti lo sapevano, tranne me. Assurdo no? Assurdamente bello.

Piansi un’ultima volta. Il pianto migliore della mia vita.

 

Share:
Reading time: 4 min

Articoli recenti

  • IT’S MY CALL
  • Il tempo narrativo
  • I termini dell’editoria. Facciamo chiarezza
  • Ogni storia ha il suo finale
  • Come imparare a scrivere

Popular Posts

Prefazione

Prefazione

8 Luglio 2019
Quando uno scrittore emergente è emerso?

Quando uno scrittore emergente è emerso?

25 Gennaio 2021
E se conoscessimo già il finale?

E se conoscessimo già il finale?

27 Dicembre 2020
I segreti di Sharin Kot

I segreti di Sharin Kot

4 Ottobre 2019
Breaking news! Casa editrice cerca autori

Breaking news! Casa editrice cerca autori

28 Febbraio 2020

Categorie

Archivi

Tag

#esserescrittori #inunpostobello achiarelettere amore autori blog casaeditrice coraggio creatività dolore domande donne dubbi editoria FINALE imparare leggere letteratura libri libro manuale nonprendeteappunti passato paura percorso personaggi persone presente pubblicare pubblicazione pubblicità racconto recensione revisione romanzo scrittore scrittori scrittoriemergenti scrittrice scrittura scrivere storia tempo video vita

© 2017 copyright PREMIUMCODING // All rights reserved
Lavander was made with love by Premiumcoding