Non prendete appunti -
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Manuale

Saltate!

13 Agosto 2021 by Silvia T. Nessun commento

Prima di partire per le tanto meritate vacanze, voglio lasciarvi un ultimo ma importantissimo consiglio di scrittura: osate!

Nella scrittura non dovete essere educati, politicamente corretti, buoni, cordiali. Dovete essere solo veri. E non sarete mai veri come quando scrivete.

Non abbiate paura e non pensate mai che sia troppo. Siate sinceri fino in fondo, non uscirete da nessun seminato. Non c’è un seminato.

Mark Twain scriveva:

“Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell’opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.”

Siate coraggiosi nello scrivere, dimenticate quello che vi hanno insegnato per vivere nella società civile o per ottenere un posto di lavoro.

Scrivere è il luogo dove siamo liberi.

E allora, mollate gli ormeggi e navigate lontano. Saltate!

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Manuale

I momenti NO

28 Agosto 2019 by Silvia T. Nessun commento

Volevo chiudere, prima di andare in vacanza, parlandovi del climax ma questo mi sembra più importante.

Questa è la parte di cui nessun manuale tecnico vi parla ma io posso prendermi delle libertà, essendo il mio blog e avendo attraversato io stessa (alcune volte in maniera difficoltosa) tutte queste fasi.

Li ho definiti così, perché in quei momenti c’è solo un grosso NO che ci riempie la testa. Vi capiteranno, metteteli in conto. Arrivare a meta con un solo scatto è una cosa che si vede solo nel football americano.

Vi mentirei se vi dicessi che sono facili da affrontare ma non voglio farlo. Alcune volte, non riuscirete a scrivere niente e altre produrrete solo cose che non vi piacciono o che non vi convincono.

Ci ho messo tanto a scrivere questo libro (quasi tre anni) a causa di questi momenti. Purtroppo, il mestiere dello scrittore è lo scrittore stesso. Ci si sforza ma, a volte, non si riesce a superare i problemi della vita quotidiana e a scrivere quella bella storia porno-soft che avevi cominciato (peccato, chissà cosa poteva venirne fuori!).

Ancora una volta, non temete.
E questa è l’unica cosa mistica che scriverò: se una storia deve venire fuori, lo farà.

Prima di questo libro ne stavo scrivendo un altro (erano già una quarantina di pagine) ma ho sentito che era “Un momento di chiarezza” a dover essere scritto. Fidatevi del vostro istinto.

Durante la prima stesura, ho vissuto per un mese a Londra per imparare l’inglese e lì scrivevo in maniera così scorrevole, sulla mia scrivania, davanti alla mia finestrella. Tornata a Milano, pur volendo restare a Londra, ho avuto un momento di profondo sconforto.

Ho riletto quello che avevo scritto in terra britannica e sembrava uno scambio di battute tra Beavis and Butthead. Faceva tutto schifo, ho pensato. Ho chiuso tutto in un cassetto per due mesi.

Poi, una volta accettato che la Regina non mi avrebbe ospitato lì, ho ripreso il manoscritto e… sì, qualcosa doveva essere modificato ma non era affatto male. Ho corretto le parti che non mi convincevano e sono andata dritta per la mia strada.

Ora, non tutte le storie sono uguali. Potevo rileggerlo dopo due mesi e trovare che facesse ancora schifo, anche di più. A volte noi scrittori, non riusciamo proprio ad essere clementi con noi stessi, vero?

Comunque, se non siete più convinti di quello che state scrivendo, non c’è ragione per andare avanti. Spesso dico questa frase: “Ci vuole una perseveranza rasenta la follia per arrivare alla parola FINE”. Non mollate al primo ostacolo, né al secondo o al terzo. Anche perché ci saranno tanti ostacoli per pubblicare  e momenti in cui vi verrà da dire: “Basta, ora butto tutto, computer compreso!” e lì dovrete tirare fuori le proverbiali “palle” e difendere il vostro libro come se fosse Guerra e Pace. Anche da voi stessi.

Il mio consiglio è scrivete, scrivete anche quando pensate che non valga niente, scrivete sugli autobus o in un bar, scrivete quando le parole escono.

E non vi preoccupate troppo ok? E’ vero, scrivere è un mestiere complicato e, da tutto quello che vi ho scritto fino ad ora, l’avrete capito. C’è tanto da considerare e da decidere e ci vogliono tanta volontà e tempo. Ma scrivere è anche un viaggio incredibile, vi porta dove non avevate immaginato.

Siete scrittori spaziali ragazzi, tirate fuori le penne!

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Manuale

Non descriverlo, mostralo

21 Agosto 2019 by Silvia T. Nessun commento

E pare facile! Ragazzi, lo so! Per questo ci dedico delle considerazioni.

La prima: ma che cavolo significa “mostralo”?
Se fossimo in un film sarebbe evidente, fai una bella scena in cui si vede tutto quello che vuoi dire e fine. No. Non è così vero. Anche dietro la scena di quel film o di quella serie che vi ha fatto urlare “al capolavoro”, c’era uno scrittore dietro (in questo caso uno sceneggiatore) che ha scritto dei dialoghi, cosa inquadrare ecc…

Fate conto di avere voi la telecamera in mano ora. Dovete mostrare un’immagine con le parole.
Esempio: poliziesco, Harry e Frank stanno per entrare in un edificio dove, probabilmente, ci sono “i cattivi” e non possono aspettare i rinforzi.

Harry: “Hai paura Frank?” Brevissima pausa, inquadratura su Frank visibilmente sudato e poi sulla sua  mano che trema leggermente. Frank: “No è tutto a posto Harry, entriamo!” Quindi, di fatto, abbiamo mostrato la paura di Frank, facendogli affermare addirittura il contrario.

Un altro metodo un po’ più tecnico è il correlativo oggettivo.
Per semplificarlo molto: invece di dire che X aveva l’anima in tempesta, possiamo, invece, farlo avvicinare a una finestra e fargli guardare un temporale che si scatena davvero.

Insomma, cercate di non essere ripetitivi e pedanti (ve lo dico come lettrice); se ogni tanto potete usare un espediente diverso, non smetterò mai di consigliarvelo, provate.

La scrittura è sperimentazione, qualcosa viene bene e qualcosa un po’ meno ma ci vuole coraggio.

Vi posso assicurare che questo fa molta differenza su come le parole arrivano al lettore. Lo fa immedesimare di più nei personaggi e nelle scene.
E’ ovvio che il meccanismo cinematografico è più semplice perché aggiunge un senso, la vista, alle parole ma, come vi ho mostrato sopra, potete avvicinarvi molto anche voi scrittori a questa sensazione.

Ora ditemi: quanti hanno immaginato chiaramente la scena di Frank e Harry?

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Recensioni

Il buio oltre la siepe

28 Luglio 2019 by Silvia T. Nessun commento

“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Così scriveva Italo Calvino e il libro di oggi, Il Buio oltre la siepe di Harper Lee, è la conferma della veridicità di questa affermazione.
La storia si svolge in Alabama negli anni trenta, dove due bambini, Jean Louise (Scout) e Jeremy (Jem) Finch, vengono allevati dal padre avvocato Atticus.
La loro vita viene sconvolta dall’accusa di una donna bianca di essere stata violentata da un uomo di colore, di cui Atticus si assumerà la difesa e dall’entrata in scena del misterioso vicino di casa dei Finch, Boo Radley, fino ad allora considerato un pazzo. E tutto ciò che si credeva di sapere, verrà messo in discussione dal processo e da quello che provocherà in città. 

La voce pura di Scout, ancora in divenire, ci racconta una storia di razzismo e di paura del diverso ancora attuale.
E ci racconta la storia di un padre che vuole cambiare il mondo (cominciando da quello dei propri figli) con il suo esempio e non con la sua opinione, come afferma lui stesso: “Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.”

E questo è anche un po’ il messaggio universale ma, forse, vale anche e soprattutto per noi scribacchini.

Le parole per descriverlo: il coraggio di seguire i propri ideali.

Libro: Il Buio oltre la siepe di Harper Lee
Foto: Feltrinelli

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