Forse qualcuno sarebbe partito da un’altra parte per spiegarvi come cominciare a strutturare un libro ma il manuale è mio, quindi decido io. Ecco una cosa che dovete imparare a fare subito: prendere decisioni. Uno scrittore prende tante decisioni (banalmente dal nome dei personaggi fino ad arrivare a cose più pregnanti, come le svolte della trama). Il/I personaggio/i sono l’anima di un libro. Puoi avere la trama più fica del mondo ma se i personaggi non la reggono, il libro farà schifo.

Nel mio caso in particolare è venuta prima la protagonista, l’ho vista come una persona reale. Mi è apparsa in dormiveglia, così sofferente e fragile che non potevo non darle una voce. Una voce, a volte, anche ironica ma sua, diversa da tutte le altre.

Molto utile (sia per la trama che per i personaggi) è buttare giù un canovaccio generico, per capire i punti chiave. Scrivete tutto quello che vi viene in mente: altezza, peso, colore degli occhi o dei capelli, come si muove, se gesticola, come cammina ecc… Poi, ovviamente, non dovete inserire tutto ma quello che vi serve per caratterizzare il personaggio. Ma per voi è meglio avere in testa un personaggio completo.

Questo ci porta al secondo punto: nel momento in cui date un carattere, delle caratteristiche morali, intellettuali, artistiche, insomma qualsiasi cosa decidiate, tenetelo sempre ben presente durante tutto il percorso. Decidete se volete farlo cambiare (con un cambiamento coerente e plausibile) o se volete farlo rimanere così com’è. Potete anche scegliere entrambe le soluzioni ma su personaggi diversi. In qualunque caso, fatelo usando il buon senso. Ad esempio, se decidete che un vostro personaggio è razzista, non si fermerà a dare un euro a una persona di colore in una scena. Prima di fargli fare qualcosa pensate sempre: è questo che farebbe lui/lei?

Pensate ai libri de “L’amica geniale” di Elena Ferrante. La protagonista e voce narrante fa effettivamente quell’ascesa sociale con cui abbiamo fatto parlare anche il New York Times ma dentro rimane un po’ quella bambina cresciuta in un rione popolare e questo si percepisce dalla scrittura.

Per fare questo dovete necessariamente cercare di staccarvi dal personaggio (a meno che non sia la vostra biografia!) e questo può essere difficile ma dovete farlo soprattutto quando scrivete di un personaggio cattivo o completamente diverso da voi. Sappiate che lui/lei hanno una funzione nel libro; se chi legge pensa “ma non l’avrebbe mai fatto, dai!”, avete sbagliato qualcosa. C’è stato un periodo in cui io ho avuto una profonda immedesimazione nella mia protagonista ma lei non era me. Stavo prendendo una strada sbagliata, avrei sbagliato. Voi ci siete ma non siete il personaggio.

Ma dopo parleremo anche di questi momenti; vedete, un grosso limite per lo scrittore è lo scrittore stesso.  Le vostre emozioni, gli stati d’animo influenzeranno sempre ciò che scriverete e il giudizio su cosa scriverete. Ad esempio, io oggi sono incavolata perché ho ritirato il 730 e ho scoperto di dover dare più di cinquecento euro di conguaglio allo Stato, nonostante io sia stata disoccupata per la maggior parte dell’anno precedente (non lo sareste anche voi?) Se oggi stessi scrivendo un romanzo anziché un manuale, questo uscirebbe, fidatevi.

Ma questo discorso merita un capitolo a parte e lo troverete dopo.

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Written by Silvia T.
Sono una scrittrice che va in crisi per scrivere chi è in poche righe. "Sono vasto, contengo moltitudini" scriveva Whitman. Io direi più che chi siamo è in continuo mutamento. Quello che vi serva sapere è che mi chiamo Silvia e ho pubblicato il mio primo romanzo "Un momento di chiarezza", l'anno scorso. Domande che potrebbero venirvi in mente. Hai messo un  manuale di scrittura, vuoi insegnarci come farlo? Il mio manuale di scrittura è, diciamo, sui generis. Considerateli dei consigli e prendetene quanto basta. Perché dovremmo leggere il tuo blog o le tue recensioni? Perché no? Magari vi piace.