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Manuale

La morale

5 Ottobre 2020 by Silvia T. Nessun commento

Non mi piace come parola. Non so mai come rispondere quando mi chiedono: “qual è la morale del tuo libro?” Non penso che ci sia nel mio libro. O meglio, se deve esserci una morale è che non c’è, che le persone sono diverse, le esperienze posso essere simili ma mai del tutto uguali e che a volte non abbiamo tutti gli elementi per valutare una situazione anche se pensiamo sia così.

Forse non mi piace il termine “morale” perché implica un giudizio e non mi è mai piaciuto giudicare le persone e… anche i personaggi. Nella mia vita così come nella mia scrittura, ho imparato molto di più cercando di capire che giudicando.

Eppure tutti vogliono sapere se in quello che scrivi che c’è una morale. E’ come se volessero farti dire dove devono cercare, se quello che hanno capito è vero o falso.

La persone si sottovalutano quando leggono (strano perché su tutto il resto spesso si sopravvalutano) perché, spesso, sono io che chiedo a loro in che cosa si riconoscono nel mio libro e le risposte sono sorprendenti. In senso positivo ovviamente.

Questo è un po’ il segreto di ogni bravo scrittore, parlare di te ma non parlare di te, parlare di sé stesso ma non parlare di sé stesso.

Ho sempre pensato a me stessa come qualcuno che racconta delle storie non come una che impartisce delle lezioni di vita. Chi sono io per fare la morale a voi?

Ci sono però tanti esempi in letteratura di persone che scrivevano “manuali di vita” più che storie ed è comprensibile. Una volta gli scrittori erano anche intellettuali, baluardi di cultura e di politica, che potevano permettersi un po’ di ostentata saccenza.

Non credo che gli scrittori attuali possano permettersi d’impartire lezioni sul mondo ma questa è una mia opinione.

Quello che mi piacerebbe però vedere nei lettori, a prescindere da come si pone le scrittore, è un po’ più di spirito critico. E per spirito critico non intendo prenderli a parolacce su un post di Facebook, intendo formulare delle riflessioni di senso su ciò che leggono che non deve essere necessariamente uguale ma neanche simile a quello che lo scrittore vuole trasmettervi.

Insomma, se mi seguite, ormai avrete capito che io sono una che va predicando il ragionamento con la propria testa, nella lettura, nella scrittura e nella vita.

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Recensioni

La strada dei fantasmi

14 Ottobre 2019 by Silvia T. Nessun commento

“L’avventuriero Toni Vento, alla sua prima missione, ci lascia gli appunti sparsi e frammentari di una storia enigmatica che rivela particolare attenzione alle sfumature psicologiche e agli spunti filosofici. Gli avvenimenti reali si mescolano alle apparizioni costituite dalle proiezioni della psiche dei vari personaggi, atte a svelare i sogni, le paure e i fantasmi che popolano il loro inconscio. Il protagonista si inoltra nella ricerca di una collana risalente al diciottesimo secolo, che da allora appare e scompare attraverso le epoche e le regioni geografiche, lasciando intorno a sé una scia di suggestioni e rimandi. Vaga attraverso il mercato nero dei gioielli tra affaristi, night club e corse clandestine, alla ricerca disperata di momenti di bellezza e di comprensione che possono apparire inaspettatamente nei canali di Venezia, sulle vette della Norvegia, nella camera di un motel.”

Libro con una costruzione complessa e una scrittura che ha un sapore antico, ricco di descrizioni e di metafore.

Fin dall’inizio, i pensieri e le considerazioni del protagonista diventano il punto focale su cui ruota tutto il libro, fino a darmi l’idea che lo stile sia più saggistico che romanzesco.

L’esplorazione dell’inconscio umano è ben delineato e ci fornisce una serie di immagini e di riflessioni sicuramente condivisibili. La trama, però, rimane un po’ in sottofondo rispetto all’aspetto psicologico, anche numericamente: avvengono meno cose di quante ne vengano pensate.

Il mio consiglio per l’autore è di definire meglio il suo stile e fare una revisione della storia, che ha sicuramente i presupposti per essere un buon libro, ma deve essere sviluppata con una mano più ferma. Una cosa che ti consiglio di fare è pensare ai personaggi e buttare giù una descrizione accurata. Poi non è necessario inserire tutto nel libro ma inquadrarli bene ti aiuterà a tenerli ancorati alla storia e a dargli una caratterizzazione meno sfocata.

Chi è Toni Vento? Qual è il suo percorso all’interno del romanzo? E queste donne che sono dei perfetti personaggi letterari (pericolose, ambigue, misteriose), che funzione hanno nella narrazione?

Le parole per descriverlo: filosofico e descrittivo

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