Qualche anno fa, avrei risposto sì, senza remore. Ora mi sembra opportuno fare una doverosa postilla alla mia risposta. Ed è questo articolo.

Da che mondo è mondo, l’informazione è sempre stata potere, perché ci permette di conoscere il mondo, di farci un’idea nostra sulle cose, di non farci manipolare da chi ne sa più di noi.

Oggi sento di provenire da un mondo diverso che si è trasformato mentre crescevo, in peggio. Nel mondo da cui vengo io i giornalisti avevano un’etica facile da comprendere: “raccontare la verità”.

Certo, la faziosità c’è sempre stata ma la deriva attuale mi giunge come un fallimento inaspettato della comunicazione.

Oggi viviamo in un mondo dove tutti hanno accesso all’informazione e dove la comunicazione è diventata un lavoro. Questo però non l’ha salvata dal diventare “falsa”.

E tanti saluti all’etica della verità… Oggi il giornalismo è diventato uno squallido teatrino sui social media, dove stagisti sottopagati e “sgrammaticati” rincorrono notizie diffuse al solo fine di plagiare l’opinione pubblica.

E l’opinione pubblica? Si fa plagiare senza opporre nessuna resistenza, anzi, ben felice di poter ricondivideere e diffondere notizie di cui non c’è prova e non c’è logica. L’opinione personale si sottomette alla politica di “più like hai, meglio sei” e perde ogni valore di fronte alla possibilità di entrare in una maggioranza organizzata e compatta di ignoranza.

Ora la domanda successiva è questa: è meglio non essere informati o essere mal informati? Non saprei proprio dirvi, so che non dovremmo essere costretti a scegliere tra queste due opzioni.

Devo ammettere però che, dopo aver visto qualche intervista a gente comune (non inteso in senso dispregiativo ma come le persone che pupi incontrare per strada o sul pianerottolo la mattina), ho pensato seriamente che sarebbe stato meglio dargli un’informazione, una qualsiasi, che almeno permettesse loro di vivere collocati in questo mondo e di non rispondere con tanta ignoranza a delle domande banali.

Da parte mia, voglio ricordarvi quello che ripeto da sempre: fatevi un’opinione vostra sulle cose, PENSATE CON LA VOSTRA TESTA.

E a voi scrittori voglio dire: scrivete per chi non ha voce perché alcuni ne hanno troppa e non per questo è giusta. Ancora una volta, fidatevi!

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Written by Silvia T.
Sono una scrittrice che va in crisi per scrivere chi è in poche righe. "Sono vasto, contengo moltitudini" scriveva Whitman. Io direi più che chi siamo è in continuo mutamento. Quello che vi serva sapere è che mi chiamo Silvia e ho pubblicato il mio primo romanzo "Un momento di chiarezza", l'anno scorso. Domande che potrebbero venirvi in mente. Hai messo un  manuale di scrittura, vuoi insegnarci come farlo? Il mio manuale di scrittura è, diciamo, sui generis. Considerateli dei consigli e prendetene quanto basta. Perché dovremmo leggere il tuo blog o le tue recensioni? Perché no? Magari vi piace.