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Manuale

We can be heroes

18 Marzo 2020 by Silvia T. Nessun commento

Oggi ho visto un po’ di numeri e ho capito che siamo tanti, così ho deciso di utilizzare questo post per veicolare un messaggio importante, che spero ci aiuti a combattere la malattia.

Sarò breve, anche perché sono un po’ malaticcia anch’ io (solo un raffreddore… niente di grave).

Mai avrei creduto di vivere una situazione del genere, forse qualche volta ho pensato a una guerra per tutte le tensioni politiche ma una pandemia, in un Paese industrializzato, non mi è mai passato per la testa. Noi abbiamo la Scienza dalla nostra e io credo nella Scienza.

Ma sapete in cos’altro credo? Credo che ci siamo ritrovati a far parte della Storia (quella grande) e della storia (quella più piccola che vita di tutti).

E possiamo essere i protagonisti della nostra storia. Gli eroi. Quelli che salvano gli altri. E non dobbiamo neanche maneggiare una spada per farlo! Ci basta non uscire di casa. E salveremo la vecchietta tanto carina che vediamo ogni giorno a passeggio con il marito, quando andiamo a lavoro. Salveremo quella coppia di ragazzi che si è appena trasferita nel nostro palazzo. Salveremo quel bambino che ci saluta, seduto nel carrello del supermercato.

Salveremo il mondo forse, chi lo sa.

E ci basta stare a casa. Quindi, non uscite. Restate in casa! Salvate il nonno, la madre, il nipote, la figlia di qualcuno…

Lo so, ve l’hanno detto tutti. Ma forse non vi hanno detto quanto importante sia il vostro gesto.

Quelli che combattono in primi linea, i medici, gli infermieri, i tecnici, quello che vi assicurano il cibo, quelli che puliscono (ebbene sì, ce li scordiamo sempre ma c’è qualcuno che li pulisce quegli ospedali pieni di malati), devono stare in trincea.

Ma noi possiamo aiutarli stando a casa. Noi possiamo essere eroi!

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Manuale

Le epidemie letterarie

26 Febbraio 2020 by Silvia T. Nessun commento

Stiamo entrando a far par parte della Storia. E, come tutti prima di noi, non ne siamo consapevoli. Nessuno ci crede ora ma, un giorno, qualcuno parlerà di questo 2020 e di quando la Cina e intere città di altre nazioni vennero paralizzate dal Coronavirus o, come lo definisce la scienza, dal virus Covid-19. Si ricorderanno di quelli che ci scherzavano sui social per sdrammatizzare e di chi, preso dal panico, ha saccheggiato i supermercati in cerca di viveri e di prodotti sterilizzanti.

Oltre che nei libri di storia, compariremo anche nelle storie di che le storie le racconta. Ebbene sì, noi scrittori di oggi o del futuro.

Non siamo sicuramente a quel punto ma mi vengono in mente tanti libri famosi che hanno avuto tra i protagonisti un’epidemia. Il cinema e la tv hanno saccheggiato l’argomento proprio come quelli che hanno svuotato i supermercati.

Ma torniamo alla letteratura. Sì, sto per fare il nome del romanzo tanto odiato da tutti i ragazzi delle scuole superiori: I promessi sposi.

Lo so, anch’io quando andavo a scuola non ne avevo capito la bellezza e l’unicità ma, fidatevi, se non lo avete già fatto, rileggetelo da adulti, senza essere costretti ad analizzare ogni personaggio e ogni passaggio e vi troverete tra le mani un capolavoro.

Manzoni, come molti , utilizza la peste come espediente letterario. Quando la nostra sopravvivenza è a rischio, le maschere cadono e ci riveliamo per quelli che siamo. Tutti i personaggi de “I Promessi Sposi” hanno bisogno di fare questo: confrontarsi con se stessi per scegliere la strada da percorrere. E, infatti, quando tutti i personaggi sono in pace, arriva la pioggia purificatrice che porta via i peccati del passato e la malattia.

Piccola aggiunta off topic: la scena della mamma di Cecilia che depone il corpo della figlioletta morta sul carro dei monatti è straordinaria; riesci quasi a vederla, per quanto sono vivide le parole con cui è descritta.

Un altro romanzo che usa l’epidemia come espediente narrativo è “Cecità” di Samarago. Un capolavoro terribile.

Quando l’epidemia di cecità (appunto) colpisce un parte della popolazione che viene ghettizzata perché non si conosce né la natura né i metodi di trasmissione del virus, la lotta alla sopravvivenza porta le persone a comportarsi nei modi più spregevoli.

La psiche umana debole di fronte all’epidemia, proprio come il corpo è vulnerabile alla malattia.

Per una mia sopravvivenza personale, devo credere che l’umanità non arriverebbe mai a tanto ma, se devo essere sincera, non potrei metterci la mano sul fuoco.

E l’ultimo romanzo è il “Decameron“. Qui la peste viene utilizzata per raggruppare invece di dividere. Vi ricordate quando vi dicevo che, a volte, banalmente, uno scrittore ha la necessità narrativa di mettere dei personaggi insieme in uno stesso luogo?

Boccaccio usa la peste nera per bloccare dieci giovani fuori Firenze e far sì che per passare il tempo (non c’era Netflix ai tempi), questi si raccontino quelle che poi sono diventate le famose novelle.

E ora, una mia piccola considerazione. Io ho seguito la vicenda senza farmi prendere dal panico (non ho mai ritenuto utile fasciarmi la testa prima di rompermela) ma capisco la paura e trovo che i media e soprattutto, i social media, stiano diffondendo un terrore inutile. Sono state messe in atto le misure per evitare un ulteriore contagio. Non serve fare una situazione aggiornata minuto per minuto, riprendendo anche notizie non verificate pur di dire qualcosa.

E per concludere, oggi ho aperto la mia pagina Facebook e nella home c’erano circa venti articoli sul Coronavirus ma, a me, l’occhio è cascato sul post di Save di Children che sta combattendo contro la polmonite in Africa, che uccide ogni anno non so quante persone, tra cui molti bambini.

Quindi, il mio unico appello è: non fatevi prendere dal panico. Non prendete per buono tutto quello che vi viene detto ma ragionate sulle cose con la vostra testa (ma questo sempre!). E, cavolo, lavatevi queste mani! E’ una buona norma igienica SEMPRE!

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