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Manuale

Cinque momenti di serenità

9 Ottobre 2019 by Silvia T. Nessun commento

Questa è stata una settimana molto complicata per me e, come già vi avevo detto, non si può slegare la scrittura dallo scrittore. È un po’ l’ostacolo e anche il valore aggiunto di questo mestiere.

Per cui, oggi mi sento di chiedervi qualcosa di diverso; non dovrete leggere ma scrivere.

Questo è un “esercizio” che mi faceva fare il mio insegnante di scrittura: prendete carta e penna (sì va bene anche un dispositivo elettronico ma io sono della vecchia scuola) e scrivete cinque cose della vostra giornata che vi hanno portato serenità, gioia.

Non c’è bisogno di pensare a poetiche metafore, seguite le vostre sensazioni. Questa cosa che ho visto, sentito, vissuto, mi ha fatto sentire bene? Se la risposta è sì, ecco il vostro momento.

Potete tenerlo per voi o potete condividerlo con gli altri e con me; potete taggare @achiarelettere e, magari, portare un po’ di quella gioia anche a qualcun altro.

Perché il mio insegnante ci faceva fare questo esercizio? Non l’ho mai capito veramente.

Forse voleva che ci abituassimo a scrivere ogni giorno (anche poche righe) o forse voleva che imparassimo a “vedere” e non solo a “guardare”. Forse voleva solo far sentire meglio delle persone che venivano in un’aula una sera a settimana, dopo una giornata di lavoro, alla ricerca di qualcosa. Io penso un po’ tutte e tre le cose.

Posso dirvi che cosa ho imparato io ed è più di una lezione di scrittura. Ho capito che la gioia non è una linea continua ma una serie di momenti. A volte, i più impensabili.

E se in un giorno avete cinque di questi momenti, siete fortunati. Sei? Non fate gli sboroni!

Lungi da me insegnarvi la vita ma imparate a riconoscere questi momenti e a goderveli. Vi servirà anche per scrivere con tutta l’autenticità che solo la vita può dare.

Forza, provateci. Scriveteli e leggeteli, magari ad alta voce. E qualcuno, potrebbe trovare delle sorprese…

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Manuale

I momenti NO

28 Agosto 2019 by Silvia T. Nessun commento

Volevo chiudere, prima di andare in vacanza, parlandovi del climax ma questo mi sembra più importante.

Questa è la parte di cui nessun manuale tecnico vi parla ma io posso prendermi delle libertà, essendo il mio blog e avendo attraversato io stessa (alcune volte in maniera difficoltosa) tutte queste fasi.

Li ho definiti così, perché in quei momenti c’è solo un grosso NO che ci riempie la testa. Vi capiteranno, metteteli in conto. Arrivare a meta con un solo scatto è una cosa che si vede solo nel football americano.

Vi mentirei se vi dicessi che sono facili da affrontare ma non voglio farlo. Alcune volte, non riuscirete a scrivere niente e altre produrrete solo cose che non vi piacciono o che non vi convincono.

Ci ho messo tanto a scrivere questo libro (quasi tre anni) a causa di questi momenti. Purtroppo, il mestiere dello scrittore è lo scrittore stesso. Ci si sforza ma, a volte, non si riesce a superare i problemi della vita quotidiana e a scrivere quella bella storia porno-soft che avevi cominciato (peccato, chissà cosa poteva venirne fuori!).

Ancora una volta, non temete.
E questa è l’unica cosa mistica che scriverò: se una storia deve venire fuori, lo farà.

Prima di questo libro ne stavo scrivendo un altro (erano già una quarantina di pagine) ma ho sentito che era “Un momento di chiarezza” a dover essere scritto. Fidatevi del vostro istinto.

Durante la prima stesura, ho vissuto per un mese a Londra per imparare l’inglese e lì scrivevo in maniera così scorrevole, sulla mia scrivania, davanti alla mia finestrella. Tornata a Milano, pur volendo restare a Londra, ho avuto un momento di profondo sconforto.

Ho riletto quello che avevo scritto in terra britannica e sembrava uno scambio di battute tra Beavis and Butthead. Faceva tutto schifo, ho pensato. Ho chiuso tutto in un cassetto per due mesi.

Poi, una volta accettato che la Regina non mi avrebbe ospitato lì, ho ripreso il manoscritto e… sì, qualcosa doveva essere modificato ma non era affatto male. Ho corretto le parti che non mi convincevano e sono andata dritta per la mia strada.

Ora, non tutte le storie sono uguali. Potevo rileggerlo dopo due mesi e trovare che facesse ancora schifo, anche di più. A volte noi scrittori, non riusciamo proprio ad essere clementi con noi stessi, vero?

Comunque, se non siete più convinti di quello che state scrivendo, non c’è ragione per andare avanti. Spesso dico questa frase: “Ci vuole una perseveranza rasenta la follia per arrivare alla parola FINE”. Non mollate al primo ostacolo, né al secondo o al terzo. Anche perché ci saranno tanti ostacoli per pubblicare  e momenti in cui vi verrà da dire: “Basta, ora butto tutto, computer compreso!” e lì dovrete tirare fuori le proverbiali “palle” e difendere il vostro libro come se fosse Guerra e Pace. Anche da voi stessi.

Il mio consiglio è scrivete, scrivete anche quando pensate che non valga niente, scrivete sugli autobus o in un bar, scrivete quando le parole escono.

E non vi preoccupate troppo ok? E’ vero, scrivere è un mestiere complicato e, da tutto quello che vi ho scritto fino ad ora, l’avrete capito. C’è tanto da considerare e da decidere e ci vogliono tanta volontà e tempo. Ma scrivere è anche un viaggio incredibile, vi porta dove non avevate immaginato.

Siete scrittori spaziali ragazzi, tirate fuori le penne!

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