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Manuale

Solo per oggi

16 Maggio 2020 by Silvia T. 2 commenti

“Volete scrivere un capolavoro e non sapete come fare? Volete mettere alla prova le vostre capacità creative ottenendo grandi risultati? Iscrivetevi subito al nostro corso di scrittura! Solo per oggi, il 50% di sconto!”

Vi è mai capitato di leggere annunci simili? Se la risposta è no, siete fortunati! Io, non so perché, essendo chiaramente per i social un profilo interessato alla scrittura e alla lettura, vengo letteralmente subissata di queste “favolose offerte lampo”!

La pubblicità è pubblicità e deve vendere e su questo non si discute ma, se avete cinque minuti, vi dirò perché questi annunci mi perplimono e non poco.

Innanzitutto, il tono. Il target di questi annunci non è lo stesso di quello di un supermercato o di un venditore di mobili. Non stiamo parlando di far comprare un dentifricio con il 3×2 o un divano (sì, mi sto chiaramente riferendo a quella famosa marca di divani che promuove un “solo per oggi” da che ho memoria). Un corso di scrittura vende delle capacità non i prosciutti. Quindi, il linguaggio (e noi sappiamo quanto le parole sono importanti!) è del tutto inadatto. E mi viene da pensare che chi non capisce questo, non possa insegnarvi a scrivere…

Ma la cosa peggiore e che mi fa anche abbastanza arrabbiare (devo essere onesta) è assicurare il risultato.

Io posso farti il miglior corso di scrittura del mondo, dell’universo e darti tutti gli strumenti per scrivere un buon libro ma, anche se tu lo frequenti, puoi sempre scrivere una schifezza.

Cos’è, soddisfatti o rimborsati? Non credo proprio si possa fare questa cosa con delle capacità.

Per cui vi dico, non credete a queste vane promesse di gloria, perché sono false! Non è che un corso di tre mesi vi possa trasformare in Italo Calvino… e, se vi state ponendo la domanda, non vi farà neanche scrivere il nuovo Harry Potter!

Se state cercando un corso di scrittura serio cercatene uno che sia effettivamente in grado di trasmettervi delle capacità.

Tra queste:

  • imparare a leggere. Non finirò mai di dirlo, un bravo scrittore è una persona che legge. E bene. Se fate vostra questa abilità, oltre al piacere di migliorare le vostre letture, scoprirete i passi avanti che può fare la vostra scrittura;
  • l’analisi dei testi e delle strutture di altri romanzi. Se qualcuno ha scritto dei capolavori veri, dei libri immortali, un motivo ci sarà? Non smettiamo mai d’imparare da loro;
  • mettersi in gioco. Quando io ho dovuto approcciare ad un corso di scrittura ho cercato qualcosa che avesse anche una parte pratica. In cui, insomma, si scriveva. E la prima volta che ho dovuto leggere il mio racconto di fronte a dei semisconosciuti era nervosa (tanto perché ci tenevo…tanto!) ma l’ho fatto. E questo mi ha insegnato quanto sia bello avere apprezzamento per i tuoi scritti e il valore enorme di una critica e di un confronto ben fatto.

E tutto questo, non è solo per oggi! Fidatevi (lo dico sempre, mi sento quasi una santona ormai!), dura per sempre.

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Manuale

Ci vuole un fiore

11 Marzo 2020 by Silvia T. Nessun commento

Oggi non vi parlerò di Coronavirus perché ne avrete sentite di ogni e sarete informatissimi ma vi dico che, tra le poche attività immuni a qualsiasi contagio, ci sono la scrittura e la lettura. Quindi, leggete e scrivete!

Vi parlerò di un argomento che mi sta molto a cuore e su cui ho capito che c’è molto confusione e poca conoscenza.

Tutto nasce da una frase che mi sono sentita ripetere molte volte: “Io quindici euro per un libro non li spendo. Sono troppi.”

A parte che vedo gente che s’indebita per comprare gli Iphone ma non esprimo giudizi se non dentro di me… ma, a prescindere, noto che i prodotti creativi (nello specifico parleremo del “prodotto libro”) sembrano, per la maggior parte delle persone, generati dalle fate con qualche misteriosa magia.

Quindi, diciamolo chiaramente: i libri non sono vengono fatti dalle fate. E se non appaiono per magia, hanno dei costi. Vediamoli.

La carta. Riciclata o meno, di buona o di scarsa qualità, la carta va comprata per produrre un certo numero di copie. Certo, le casi editrici avranno delle convenzioni basate sulle quantità ma la pagano.

La stampa. Per imprimere le lettere e le parole sulla carta precedente citata, ci vuole un processo di stampa. Idem come sopra, il tutto si paga.

La rilegatura. Avete presente quello sfogliare le pagine che piace tanto a noi lettori della vecchia guardia? Ecco, va pagata.

E questo solo da un punto di vista materiale, di oggetto. Mi spiace spoetizzare l’immagine del libro ma qui parliamo anche di qualcosa di materiale, che ha una consistenza.

E ora veniamo ai costi che ruotano intorno al costo materiale.

Editor e correttori bozze, figure troppo spesso confuse a cui non viene data l’importanza che spetterebbe loro.

Gli editor sono quelle persone che leggono il libro in prima battuta (se non c’è un talent scout che segnala i libri meritevoli di lettura – anche qui – nessuno lavora gratis o non dovrebbe), fanno una prima correzione sulla scrittura e una revisione dei contenuti nonché la verifica di eventuali dati riportati nei manoscritti.

Il correttore bozze è un segugio dei refusi; se dopo essere passati dall’editor e, di nuovo, dallo scrittore, il libro presenta ancora errori grammaticali, di spaziature ecc., il correttore bozze deve stanarli.

Mi prendo un secondo per far presente che questi lavori che richiedono tempo, attenzione e difficoltà (avere a che fare con gli autori non è una passeggiata) vengono pagati una miseria. Se vengono pagati e non affidati a dei poveri “stagizzati” (e sì, il termine non esiste ma credo che ormai si possa utilizzare un verbo a sé stante per queste figure che non vengono formate per lavorare ma sfruttate perché lavorino gratis). Sì, oggi le sto dicendo tutte, così se il Coronavirus mi portasse via mi sarò almeno tolta qualche proverbiale sassolino dalla scarpa.

I grafici. Ovvero chi si occupa dell’impaginazione, in modo che il vostro libro sia leggibile.

Gli illustratori. Si occupano di disegnare la famosa copertina (che ricordo, influenza la percezione del libro e ne determina, in parte, la vendita) e di eventuali illustrazioni all’interno del libro.

E, in seguito, nell’iter di promozione troviamo la parte si occupa della comunicazione (sì, anche il post su Facebook che avete visto oggi) e gli uffici stampa che si occupano delle comunicazioni ufficiali sul libro, le presentazioni ecc…

Ultimo ma non ultimissimo, stoccaggio e consegna. Ora che abbiamo un certo numero di copie stampate di un libro, le teniamo nello sgabuzzino? Eh no! Bisogna conservarle in un luogo dove non si rovinino con l’umidità o perché potrebbe cascare loro addosso la latta di vernice avanzata dalla vostra ultima imbiancatura. E, a meno che, non conosciate un buon samaritano, questo lo pagate.

E come arriva il libro dal magazzino alla libreria in cui lo comprate? Avrete già capito, ci vuole qualcuno che glielo consegni e, di solito, non ci va l’editore sullo scooter.

Certo, un e-book costa molto meno in termine di produzione (e, infatti, costa anche meno) ma anche lì c’è una manodopera che non immaginereste.

E ora la parte che tocca in prima persona. Da quel prezzo di copertina, gli editori tirano fuori anche il compenso per noi che il libro lo abbiamo scritto. E non finirò mai di dire, che quello che guadagna uno scrittore oggi in Italia, è ridicolo. E’ pochissimo, non rende onore neanche al tempo che ci abbiamo messo per scriverlo. Ci meritiamo di più. Ricordiamoci sempre che senza scrittore, niente libro. Si annulla tutta quella catena di costi e di persone che lavorano per creare un libro. Noi siamo il Paziente Zero, quello da cui tutto ha inizio.

La canzoncina che cantavamo quando andavamo a scuola ve la ricordate? “Per fare un albero…”, ecco noi siamo il fiore. Per fare tutto, ci vuole un fiore!

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